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ABBANDONA IL PREGIUDIZIO, COSTRUISCI IL DIALOGO!

ABBANDONA IL PREGIUDIZIO, COSTRUISCI IL DIALOGO!

 

Definirlo assurdo è dir poco, purtroppo è reale, e dovrebbe far riflettere.

Si possono trovare diversi vocaboli per descrivere questo fenomeno ma penso che  il più corretto sia SCETTICISMO. O, per lo meno, quando si parla di sindacato è una costante più che una variabile. Personalmente aggiungerei, purtroppo.

È assurdo che ancor oggi si riconduca il sindacato ad una connotazione politica, o ad un’ideologia, difendere un diritto garantito  dalla nostra Costituzione qual è il lavoro non può essere ricondotto al partitismo, semmai, può essere ricondotto al buon senso, atteggiamento che risulta desueto talvolta in certe logiche.

Nel 1800 i LIBERALI Inglesi riconobbero una disparità tra singolo lavoratore e impresa, il singolo lavoratore era considerato troppo debole nei confronti dell’impresa e così nacque l’idea di unirsi nelle cosiddette trade unions con lo scopo di sopperire a tale disuguaglianza.

Questa unione fu un primo accenno al “diritto del lavoro” riconosciuto e regolamentato,  successivamente anche in altri paesi venne riconosciuto tale diritto e vennero redatte delle norme che disciplinassero in forma astratta i rapporti lavorativi.

Il diritto del lavoro si formò oltre che per eliminare disparità di rapporto tra lavoratore e impresa anche e soprattutto per eliminare qualsiasi forma di schiavismo esistente.

Capita talvolta che nel pensiero comune, il diritto del lavoro e l’operato sindacale vengano visti sotto una cattiva luce, dove i diritti reclamati dai lavoratori sono solo un pretesto per contrapporsi alle logiche imprenditoriali, ma a questo punto, bisogna riflettere avvalendosi di esempi.

Il caporalato esiste tuttora (e non solo in paesi in via di sviluppo); sono stati denunciati dei casi anche in territorio nazionale,  in tal caso, qualora un lavoratore dovesse chiedere di ricevere uno stipendio rapportato alle ore di lavoro e al carico rivendicherebbe un proprio diritto o sarebbe autore di una logica anti imprenditoriale?

Se un lavoratore venisse licenziato in maniera illegittima, avrebbe diritto di chiedere la reintegra sul posto di lavoro (art.18)  o sarebbe autore di logiche anti imprenditoriali?

Far pagare 500 € ad un lavoratore per poter lavorare in una cooperativa può essere accettabile??? Definirla come una situazione atipica è dir poco!

Si potrebbe andare avanti con esempi ma si suppone che quelli appena citati siano più che sufficienti per delineare il quadro della situazione.

Aprire  una finestra di dialogo, e, mettersi nell’ottica che i tempi sono maturi per aprire nuove visuali è doveroso!

E’ un dato di fatto che necessita un’attenta osservazione e analisi, imprenditori e lavoratori dovrebbero cooperare per il bene comune, tale bene è il riconoscimento dei diritti e l’osservanza degli stessi, il sindacato deve essere un organo autonomo e di trasformazione della società, riconosciuto da una legge ad hoc  sulla rappresentanza dove ognuno ha la facoltà di scegliersi il sindacato che preferisce, e, ad ogni testa corrisponda un voto come avviene in qualsiasi tipo di elezione democratica.

Sindacati e rappresentanti di aziende dovrebbero mettere in disparte  i contrasti passati e collaborare per migliorare le attuali condizioni di lavoro con una sana e proficua cooperazione. Ne va del bene comune!

La ricerca dei punti di intesa non dev’essere più un obiettivo secondario, deve essere il fine principale se veramente si vuole un cambiamento che migliori le condizioni attuali.

Le categorie più deboli, devono essere tutelate e preservate nella loro integrità se realmente si ricerca un miglioramento omogeneo delle classi lavoratrici.

È tempo di finirla di criticare per “partito preso” i sindacati  o i rappresentanti di azienda a seconda dello schieramento del quale si fa parte, bisogna contestualizzare l’oggetto del pregiudizio e su questo discutere per risolvere i problemi esistenti. Persone competenti e capaci sono presenti in entrambi gli schieramenti, non tutti gli imprenditori evadono le tasse e non tutti i lavoratori sono dei lavativi. La si finisca una volta per tutte di muovere critiche basate solo su pregiudizi e preconcetti!!!

Si tenga presente che proporre nuove strade, indicare un’alternativa, sollevare dei dubbi, non può e non deve essere visto come un tentativo di boicottaggio o un’accusa di “lesa maestà” ma come un tentativo di miglioramento collettivo, assentire ad ogni proposta è il modus operandi riservato solo ed esclusivamente ai sudditi e al coro dei plaudenti.

Il sindacato L.A.S. da oltre 15 anni intrattiene rapporti con rappresentanti di aziende di diverse dimensioni e con ognuno ha interagito in maniera imparziale, non sono mancate le lotte, ma si tenga presente che talvolta, soprattutto quando si parla di inosservanza di diritti legittimi opporsi è un dovere non una facoltà.

L’auspicio è di cambiare veramente questo formalismo ideologico.

 

PAOLO COLLEONI.


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